I simboli nel Presepe |
Nel presepe sarebbero presenti significati, valori, sotto forma simbolica e allegorica. La Natività Nel calendario Giuliano, il 25 dicembre riconosciuto come il solstizio d'inverno, era considerato come la nascita del sole, perchè, a partire da quella data, i giorni cominciano ad allungarsi e la potenza del sole ad aumentare. I vangeli non ci dicono nulla sul giorno della nascita di Cristo e anche la chiesa primitiva non la celebrava. Inizialmente, fin quando all'inizio del IV secolo non fù stabilito che tale data fosse il 25 dicembre, la chiesa celebrava la nascita del Salvatore il 6 gennaio. I padri della chiesa, costatando l'uso di accendere fuochi e festeggiare il 25 dicembr e, per celebrare la nascita del sole, usanza a cui partecipavano anche i cristiani, tennero consiglio e decisero che la vera Natività dovesse essere solennizzata in quel giorno e la festa dell'Epifania il 6 gennaio. Sant' Agostino fa un'allusione all'origine pagana del Natale, allorchè esorta i fratelli cristiani a non celebrare, in quel solenne giorno, il sole, come facevano i pagani, ma a celebrare Colui che creò il sole. Il Natale è la nascita per eccellenza, nascita splendente e miracolosa quasi in contrapposizione alla natura che, in questo periodo è addormentata, avvolta dal freddo e pervasa dalle tenebre che, finalmente, vengono squarciate dalla nascita di un umile Bambino, un piccolo sole che sconfigge il buio e fa trionfare la vita sulla morte.
La Grotta Al centro, nel luogo più basso, si trova la grotta con altre grotte laterali di proporzioni ridotte, in cui vi sono le greggi con il pastore, nell'atto di scaldarsi accanto al fuoco, animali da cortile, mucchi di paglia. Impervi sentieri conducono dalle montagne alla grotta, simbolo materno per eccellenza, luogo della nascita miracolosa; un viaggio in "discesa", dall'alto verso il basso. La grotta viene a configurarsi come un incerto confine tra la luce e le tenebre, la nascita è l'informe mondo che la precede ma, anche luogo d'ingresso alle tenebre, agli inferi, al mistero della morte. Non a caso, nella mitologia, la porta d'accesso all'Ade, al tenebroso mondo degl'inferi, è una grotta. La tradizione che vuole Gesù nato in una grotta è attestata in Oriente già nel II secolo, mentre in Occidente compare solo due secoli dopo, soppiantando completamente la tradizione della Nascita divina in una stalla o capanna.
Il Pozzo E' uno degli elementi più ricorrenti nella tradizione perchè rappresenta il collegamento tra la superficie e le acque sotterranee. Alla figura del pozzo si richiamano molte altre credenze e leggende natalizie. Una volta ci si guardava bene dall'attingere acqua dal pozzo nella notte di Natale. Si credeva, infatti, che quell'acqua contenesse spiriti diabolici capaci di possedere la persone che l'avesse bevuta.
La fontana Le scene in cui si colloca la fontana sono rappresentazioni magiche, relative alle acque che provengono dal sotto suolo. La donna alla fontana è attinente alla figura della Madonna che, secondo varie tradizioni, avrebbe ricevuto l' Annunciazione mentre attingeva acqua alla fonte.
Il ponte Noto simbolo di passaggio, esso è transito e limite che collega il mondo dei vivi a quello dei defunti, e luogo di spaventosi incontri notturni che si verificano in special modo nel periodo natalizio.
Il mulino Emblematico è il segno delle ruote o delle pale che girano come raffigurazione del tempo. Chiara è l'allusione al nuovo anno, immaginato come una ruota che riprende a girare. Del mulino è significante, nel senso infero, la macina che schiaccia il grano per produrre bianca farina, che è antica simbologia della morte. Ma la farina può assumere anche valenza positiva, per il fatto che diventa pane, alimento indispensabile al nutrimento di tutti ( si ricordi che Cristo è detto "Pane della vita").
L'osteria Riconduce ai rischi del viaggiare. Infatti, anticamente, percorrendo lunghi e faticosi itinerari in carrozza, a cavallo o a piedi, si era obbligati a sostare di notte presso un'osteria per rifocillarsi e riposarsi. L'osteria del presepe allude al viaggio di Giuseppe e di Maria in cerca di un alloggio.
I personaggi del presepe
I Re Magi Sono i nobili del presepe e sono rappresentati sui tre rispettivi cavalli dal colore bianco, rosso o baio, e nero. Tale cromatismo simboleggia l'iter quotidiano del sole: bianco per l'aurora, rosso o baio per il mezzogiorno, e nero per la sera e la notte. I Re Magi, rappresentano il viaggio notturno dell'astro, che termina li dove si congiunge con la nascita del nuovo sole bambino. In senso solare va interpretata la tradizione cristiana secondo la quale essi si mossero da Oriente, che è il punto di partenza del sole.
La lavandaia Come testimone del parto verginale di Maria essa deriva da sacre rappresentazioni medievali, dall'iconografia Orientale e da tradizioni cristiane extraliturgiche. Secondo la versione dei Vangeli apocrifi la Madonna fu visitata, al momento del parto, da più levatrici, ma solo una di esse volle accertarsi della sua verginità osando toccarla. Sui presepi Orientali si trovano più levatrici di Maria (lavandaie) che, dopo aver lavato il Bambino, stendono ad asciugare i panni del parto, il cui candore è suggestivo per un confronto con la verginità di Maria.
La zingara Ella aveva predetto la nascita del Redentore. La zingara col bambino in braccio può essere correlata alla fuga in Egitto di Maria che era, ella stessa, zingara in un paese straniero.
Il pescatore e il cacciatore Esprimono due tipi di cultura successivi alla società matriarcale: la pesca e la caccia, le più antiche attività con cui l'uomo si assicurò i mezzi di sussistenza. Le figure in coppia del cacciatore e del pescatore rinviano ad arcaiche rappresentazioni del ciclo morte-vita, giorno-notte, estate- inverno. La pregnanza simbolica dei due personaggi è sottolineata, nella rappresentazione presepiale, dalla loro posizione che può dirsi canonica: vale a dire che il cacciatore si colloca in alto, mentre il pescatore è situato in basso, presso le acque fluviali. Emerge la dualità sacrale di una coppia attinente al mondo celeste e a quello infero.
I venditori del presepe Erbivendolo, vinaio, macellaio, fruttivendolo, venditore di castagne, panettiere,arrotino, venditore di ricotta e di formaggi, salumiere, pollivendolo, pescivendolo, venditore di uova. E' possibile interpretare tali personaggi come personificazioni dei Mesi. Gennaio: macellaio o salumiere Febbraio: venditore di ricotta e formaggio Marzo: pollivendolo e venditore di uccelli Aprile: venditore di uova Maggio: rappresentato da una coppia di sposi recanti un cesto di ciliegie e di frutta Giugno: panettiere e farinaro Luglio: venditore di pomodori Agosto: venditore di cocomeri Settembre: venditore di fichi o seminatore Ottobre: vinaio o cacciatore Novembre: venditore di castagne Dicembre: pescivendolo o pescatore
I giocatori di carte Sono rappresentati da i due compari soprannominati comunemente "i San Giovanni" si riferiscono ai due solstizi: 24 dicembre e 24 giugno.
Benino Il pastorello raffigurato in atto di dormire è collocato sul punto più alto del presepe. Simboleggia il cammino esoterico verso la grotta, il percorso in discesa attraverso il sogno, il viaggio compiuto da un giovinetto, da una guida iniziatica, da un bambino. In base a questa raffigurazione il senso del Natale è comprensibile solo mediante un viaggio onirico effettuato con la guida di un animo visionario che sprofonda nel mondo interiore della conoscenza. Alla fine del viaggio, superate le paure e le varie tappe, tale personaggio dinanzi alla grotta della Nascita o della ri-Nascita, può identificarsi col cosiddetto Pastore della meraviglia, che, accecato dalla rivelazione, dalla luce stessa, non trova parola per esprimerla. Egli si abbandona al primigenio gesto di spalancare la bocca per gridare il suono muto e ineffabile della meraviglia al cospetto del meraviglioso. Come a dire: chi ha orecchie per udire, oda. |